




Storia
Chiamata dagli antichi Nesís (dal greco, isola) e Nesida (dal greco, piccola isola), nel medioevo il toponimo si disperde, come segnala Benedetto Croce, in favore di Gipeum o Zippium, salvo ricomparire nel Quattrocento.
Lo spazio di mare fra Nisida e Capri è il luogo deputato della tradizione omerica in cui vivevano le sirene che tentarono Ulisse.
In epoca classica vi costruì una villa Lucio Licinio Lucullo, divenuta famosa per le feste e le cene che vi si celebravano.
Aveva qui la sua villa anche Marco Giunio Bruto e sull'isola insieme a Cassio ordirono la congiura contro Cesare. Dopo l'assassinio, Bruto vi si ritirò ed ebbe la visita di Cicerone. Partito per la Grecia e morto nella battaglia di Filippi, secondo la tradizione la moglie Porzia, figlia di Catone Uticense, si sarebbe suicidata qui.
In epoca moderna, nel XV secolo la regina di Napoli Giovanna II d'Angiò ebbe qui una villa che ben presto venne trasformata in un castello per contrastare la flotta del pretendente al trono di Napoli Luigi II d'Angiò. Il castello di Nisida divenne in seguito uno dei capisaldi della difesa napoletana.
L'isola fu feudo della famiglia napoletana dei Macedonio
Strutture
Già sede dell'Accademia Aeronautica, oggi a Pozzuoli, l'isola non è aperta al pubblico, ma è divisa tra un presidio militare e un carcere minorile aperto nel 1934. Nel 2005 è stato inaugurato dall'Amatori Napoli Rugby un progetto di reinserimento sociale e di rieducazione, attraverso il Rugby, di minori detenuti nel carcere minorile di Nisida. Tra i ragazzi del progetto 2006/07 quattro dei partecipanti oggi si trovano in club campani. È anche sede dell'Istituto di osservazione maschile per minori in custodia preventiva.